Una ricerca che sto portando avanti si concentra sulle mappe geografiche. Mi interessa indagare il concetto di limite, confine e linea che sono appunto alla base di questi lavori, attraverso la rappresentazione di una carta geografica. Le mappe geografiche contengono in maniera lampante questi concetti, che rappresentano la base strutturale su cui poggia la comprensione di una carta, ma in generale della cartografia. Le mappe che narrano attraverso confini e linee, determinate situazioni politiche e fisiche di territori del pianeta. Ma penso che trasportando una mappa geografica in ambito artistico si possa trascendere dalla stretta funzionalità delle linee che la compongono. In questa ricerca, e in questi lavori le linee dei fiumi assumono un valore alternativo, caricandosi di una valenza anche artistica, facendo luce sul concetto di linea in Arte. Evidenziano che sono in realtà semplici linee grafiche che dividono uno spazio dall’altro, che pongono fine a un qualcosa per far iniziare un qualcos’altro, come una linea in un dipinto può dividere la sagoma di una figura dallo sfondo, o un colore da un altro. In queste mappature i corsi d’acqua sono segni grafici in apparenza quasi astratti se si dimentica che si sta guardando una carta geografica in fin dei conti. Ed è bello pensare che si possa trovare una componente astratta in un lavoro che è figurativo, quasi naturalistico. Ed è anche bello pensare che si sta anche guardando un paesaggio, che non è più posto davanti a noi, ma sotto di noi, come accade agli astronauti che guardano il paesaggio del nostro pianeta. O come accade ai cartografi che nel disegnare mappe cercano una fedeltà rappresentativa con la Terra. O come accade a me, che nel disegnare mappe, cerco forse un mio posto in questa Terra.