NEMESI
testo di Alex Frattaroli

CAPITOLO 0

Un territorio diversificato, tra praterie desertiche, foreste e rocce calcaree. Il livello combinatorio può essere spezzato a seconda degli avvenimenti.

CAPITOLO 1

Distribuire Giustizia in quel luogo non è stato semplice per qualcun*.

CAPITOLO 2

Una piccola analisi può permettere una documentazione di movimento e di ricerca artistica di Serena Ciccone. Tra una estrema diversità culturale e geografica, l’analisi da lei condotta non è altro che un insieme di schemi iconologici in relazione a forze mitologiche, che, in sistemi rappresentativi diventano terreno di esplorazione. Le opere che state osservando con estrema tensione ed attenzione, filtrano come atto della sua vita privata. Tuttavia, la realtà iniziale ad un approccio in relazione ad una raffigurazione pittorica, solo l’ignoto en plein air era il giusto mezzo per iniziare la sua dimostrazione e di raccolta artistica. La rappresentazione figurativa era forse sinonimo di consapevolezza. Così l’antologia inaugura il suo nuovo capitolo.

CAPITOLO 3

Le sue origini territoriali offrono una traccia preziosa. Il culto originario è dedicato alla sua natura e alle idee che da essa derivano, prima che l’ordine patriarcale prendesse il sopravvento. La ritrattistica è stato un processo di analisi e di controllo. Ciccone introduce nei suoi volti una rappresentazione di veduta in una sorta di not sophistication, in attesa di essere bonificata e denunciata. Una esaltazione, quindi, in un fascino decadente al quale l’artista non si sottrae. Il corpo sarà un processo di analisi e di controllo. L’introduzione di volti, corpi nudi e a volte volgari, rappresentano l’intenzione di dare un’espressione che delimiti la pittura e il corpo, e la pittura e l’oggetto.

CAPITOLO 4

Il binomio Serena e arte è carico di promesse. La congiunzione “e”, una delle parole più provocanti con l’intesa di non dare un dislivello, racchiude delle storie. Alcune a voce, altre scritte, ed altre ancora in potentissime forze pittoriche e azioni (corpi in movimento in relazione con altri individui). La figura si mimetizza. Diventa povera. Serena non ha più bisogno di raccontare ciò che vede, ma di narrare ciò che sente. Così comincia ad introdurre immagini figure anatomiche in connessione al mondo della femminilità. Nell’opera ‘’Senza titolo’’, un gruppo di venticinque acquerelli su carta, illustra il processo di trasformazione. L’artista analizza il concetto di evoluzione, muovendosi attorno a delle piccole misure già prestabilite. Vedere una parte di un corpo in modo analitico, le permette sicuramente di amplificare il raggiungimento appagato da parte dell’artista. Piccoli segni, acquerelli abbozzati, ma nello stesso tempo attenti e con grande forza di lucidità. L’idea è espressa in tanta poesia, rafforza le immagini multiple e la visione filmica del proprio io. Il suo impegno, è quello di proporre opere inedite ed interessanti. Obiettive, e mai cadere nel facile.

CAPITOLO 5

Il proprio istinto di ricerca si evolverà con il passare degli anni. Il progetto che ha portato in un suo tempo non prestabilito, stabilisce un catalizzatore di energie per la creazione di scambio e di condivisioni personali. Azioni, performance e pittura, diventeranno, e sono tutt’ora, l’unico mezzo per denunciare.  L’incontro in astrale con Medea sarà stato forse l’incipit per elaborare la fine di una prima evoluzione catartica. La fine di una calamità sarà stata probabilmente l’ultima performance da lei condotta. In questa azione, in solitudine, Serena Ciccone si inserisce in una incessante lotta tra il concetto di bene e quello di male. Ambientazione chiusa e perimetrale, con un’atmosfera intima e di familiarità.

ULTIMO CAPITOLO

L’ultimo capitolo è l’apertura a questa nuova avventura. Tutti i suoi dipinti esposti nella mostra .NEMESI. comunicano con orgoglio il linguaggio corporeo a lei essenziale. Ciccone cerca una sua misura del tutto personale, che le porti all’origine femminile che regola le leggi dell’universo.