Il binomio Serena e arte è carico di promesse. La congiunzione “e”, una delle parole più provocanti con l’intesa di non dare un dislivello, racchiude delle storie. Alcune a voce, altre scritte, ed altre ancora in potentissime forze pittoriche e azioni (corpi in movimento in relazione con altri individui). La figura si mimetizza. Diventa povera. Serena non ha più bisogno di raccontare ciò che vede, ma di narrare ciò che sente. Così comincia ad introdurre immagini figure anatomiche in connessione al mondo della femminilità. Nell’opera ‘’Senza titolo’’, un gruppo di venticinque acquerelli su carta, illustra il processo di trasformazione. L’artista analizza il concetto di evoluzione, muovendosi attorno a delle piccole misure già prestabilite. Vedere una parte di un corpo in modo analitico, le permette sicuramente di amplificare il raggiungimento appagato da parte dell’artista. Piccoli segni, acquerelli abbozzati, ma nello stesso tempo attenti e con grande forza di lucidità. L’idea è espressa in tanta poesia, rafforza le immagini multiple e la visione filmica del proprio io. Il suo impegno, è quello di proporre opere inedite ed interessanti. Obiettive, e mai cadere nel facile.