BOZZA CHTHULU, ESTRUSIONI SU BASE ALGORITMICA IBRIDA
di Riccardo Rufini

Oggi spesso ci perdiamo dentro il contesto sconfinato della sostenibilità. In molti criticano la razza umana così ferocemente da dimenticarsi che non siamo soli. Se il nostro pianeta avesse voluto espellerci avremmo già chiuso i battenti da un pezzo. Presa coscienza di trovarci seduti ad una enorme piattaforma di comando, dove spingiamo bottoni assieme a rami, artigli, radici, becchi, vapori e chissà cos’altro l’ascolto e l’osservazione risultano pratiche tanto importanti quanto quello di assicurarsi un egocentrico benessere. Non possiamo essere di beneficio agli altri finché noi stessi siamo confusi e disturbati. Il benessere del singolo o il suo malessere colpisce anche la colonia in cui è inserito. Il progetto che segue non vuole deresponsabilizzare la razza umana, vuole rinnovare un ideale ormai stagnante. Spesso questa coscienza piena e pesante porta a autolesionismi, quali potrebbero anche essere utili se presi in modo diversi. La base che ci siamo dimenticati è che il nostro pianeta, l’universo, è un posto inabitabile. Non c’è una vera separazione tra natura e tecnica. Possiamo trovare distinzioni tra atomi, bit, geni che in questo progetto sono ibridati.

Riccardo Rufini, Bozza chthulu, estrusioni su base algoritmica ibrida, modellazione 3d, dimensioni variabili, 2021